THEOPHONOS – NIGHTMARE VISIONS
Ve lo ricordate Serpent Column? Non si può dire che sia un progetto di grido, ma presso chi segue sorti e sviluppi del black metal americano contemporaneo i dischi che James Hamzey ha inciso sotto questo moniker godono di una stima notevole – e per una volta, giustamente. A partire dal 2017, anno del debutto Ornuthi Thalassa, Hamzey ha cominciato a produrre EP e album in serie con una frequenza impressionante, più o meno uno per ogni anno di attività, di fatto cambiando sotterraneamente le regole del black metal post-Deathspell Omega. Il suono cui Serpent Column è pervenuto è un marasma caotico ed esoterico che estremizza la complessità ritmica e armonica di lavori come Paracletus e ne sfilaccia ulteriormente le strutture, approdando a una musica che ricorda anche gli sviluppi più angolari del post-hardcore e del mathcore: se questa descrizione può ricordare esperimenti simili come quelli dei Plebeian Grandstand, sappiate che Serpent Column si è spinto molto oltre. Non sono personalmente un fan di tutto il manifesto apparato ideologico reazionario soggiacente l’opera del gruppo, per quanto questo possa essere ammantato di citazioni auliche a Omero, Nietzsche e Heidegger; ma di fronte all’originalità e alla bellezza di lavori come Mirror in Darkness o Endless Detainment ogni riserva in questo senso passa nettamente in secondo piano.
Solo poche settimane fa ho scoperto che, dal 2020, questo progetto non esiste più: secondo Hamzey, il messaggio veicolato dalla musica di Serpent Column non era più consistente con la direzione verso il quale era virato nel frattempo il suo percorso musicale. Ha comunque continuato a scrivere e suonare musica sotto il nome Theophonos, che d’altra parte era già lo pseudonimo che aveva adottato come “membro” dei Serpent Column (se mi chiedete che senso abbia adottare un ulteriore nickname mentre ci si esibisce attraverso una one-man band, non potrò che rispondervi: ¯\_(ツ)_/¯). E, coerentemente con la prolificità già ampiamente dimostrata sotto il precedente alias, l’esordio della nuova creatura di Hamzey non si è fatto attendere molto: Nightmare Visions è stato pubblicato a metà febbraio, nemmeno a due anni di distanza dall’ultimo lavoro edito come Serpent Column (Katartisis, uscito postumo nell’agosto 2021). Nonostante i pipponi sul cambio di rotta e di poetica sciorinati da Hamzey, però, l’ascolto pone più di un legittimo dubbio sull’effettiva necessità di attribuire la paternità di Nightmare Visions a un nuovo alter ego, visto che appare immediatamente evidente quanto la sorgente creativa da cui scaturisce questo disco sia esattamente la stessa che alimentava l’ispirazione per i lavori di Serpent Column. Ancora una volta, siamo dalle parti di un black metal progressivo, turbinoso e sulfureo, dominato da intrecci dissonanti e disarmonici delle chitarre a metà tra i soliti Deathspell Omega e i Krallice, con un passo ritmico fratturato che riporta alla mente in più di un’occasione i metri sbilenchi della musica dei Converge e dei Botch. Non ci sono particolari sorprese per coloro che hanno vissuto in diretta l’epopea di Serpent Column – e anzi, per loro sarà difficile attutire la sinistra aura di familiarità che avvolge brani, pur molto efficaci, come Go on to Your Gallows, Thousand Imaginary Swords e Nightmare Visionary. A voler fare proprio i sommelier, si potrebbe sottolineare una più decisa propulsione hardcore rispetto al passato, con una Lower Types che si spinge sul finale verso l’attitudine tough guy del beatdown hardcore, o addirittura una At Rest in Turbulence che con il suo chitarrismo melodico e vagamente storto riporta alla mente il post-hardcore di scuola SST; sono comunque dettagli nell’economia del disco.
Ma, alla fine, va bene anche così. La formula di Nightmare Visions è ben collaudata e indubbiamente funziona; a dirla tutta, la musica di questo disco appare anche più fluida, variegata e creativa di quella contenuta nelle ultime uscite della discografia di Serpent Column (ovvero Kathodos e Katartisis). Per di più, al confronto con sfacciati tentativi di emulazione come gli Hoplites – giusto per rimanere in tema di uscite 2023 – la qualità e maturità di scrittura di Hemzay troneggia ancora incontrastata nel panorama black metal contemporaneo: quindi, per il momento, possiamo anche accettare che la sua musica esprima lo stesso concetto di sempre.