RUMORE ELETTORALE

Bruceremo le chiese e gli altari
bruceremo i palazzi e le regge
con le budella dell’ultimo prete
impiccheremo il papa re
Rivoluzione sia,
guerra alla società
piuttosto che vivere così
meglio morire per la libertà.
E il Vaticano brucerà
e il Vaticano brucera
e il Vaticano brucerà
con dentro il papa!
E se il governo si opporrà
e se il governo si opporrà
e se il governo si opporrà
rivoluzione!
Rivoluzione sia
guerra alla società – la società
piuttosto che vivere così
meglio morire per la libertà
Sono stato sul Monte Amiata
dove è morto Gesù Cristo
anca lu l’era un socialisto
e morì per la libertà
Prete prete tu mi farai morire
prete prete tu mi farai morir
mi farai morir

Una premessa a questo articolo è più che doverosa. La prima volta che fu pubblicato il pezzo, ormai molti anni fa, la confusione sotto al cielo che regnava nel formicaio politico nostrano non è che facesse sperare in chissà che rivoluzionario risultato, ma perlomeno lasciava trasparire una aleatorietà indecisa che sembrava poter strabordare in uno dei tanti campi possibili del reale, uno schieramento o l’altro. Siamo tutti consapevoli del fatto che le cose siano cambiate: a rileggere la trafila di dischi che attraversano le ore dello spoglio elettorale, il sentimento che monta è quello di una rabbia impotente di fronte all’ineluttabilità dei risultati e all’impossibilità di cambiare le cose. È altrettanto ironico e triste notare come come sia impossibile ritrovarsi in quello che un tempo era lo schieramento del “NOI”, segnale di una disgregazione atomistica e di una confusione deprimente che manco il miglior Guzzanti: qui non stiamo a fare realpolitik, l’elastico del compromesso era stato già tirato al massimo alla precedente tornata (o a quella prima ancora, a seconda della pazienza di ognuno). Quindi considerate RUMORE ELETTORALE come un testamento, una playlist che deve bombardare la testa mentre siete in cabina elettorale e che deve farvi riflettere su quanto l’Italia sia un Paese di merda. Ma sempre col sorriso.

Germoglio
00.00-01.00 Fabrizio de André – Storia di un impiegato ()
01.00-02.00 Bob Dylan – The Freewheelin’ Bob Dylan ()
02.00-03.00 Minutemen – The Punch Line ()
03.00-04.00 Charlie Haden – Liberation Music Orchestra ()
04.00-05.00 Max Roach – We Insist! ()
05.00-06.00 Victor Jara – El Derecho de vivir en Paz ()
06.00-07.00 CCCP – Affinità-Divergenze fra il compagno Togliatti e noi (
07.00-08.00 Gruppo Folk Internazionale – Canti Anarchici di Pietro Gori ()

Fiore
08.00-09.00 Amebix – Arise! ()
09.00-10.00 Cop Shoot Cop – Consumer Revolt ()
10.00-11.00 Discharge – Hear Nothing See Nothing Say Nothing ()
11.00-12.00 Nomeansno – Wrong ()
12.00-13.00 Rage Against the Machine – Rage Against the Machine ()
13.00-14.00 Dead Kennedys – Fresh Fruit for Rotting Vegetables ()
14.00-15.00 Atari Teenage Riot – Burn, Berlin Burn ()
15.00-16.00 The Pop Group – For How Much Longer do We Tolerate Mass Murder? ()

Polline
16.00-17.00 The Fugs – The Fugs ()
17.00-18.00 Public Enemy – It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back ()
18.00-19.00 Art Bears – The World as it is Today ()
19.00-20.00 Henry Cow – In Praise of Learning ()
20.00-21.00 Killing Joke – Killing Joke ()
21.00-22.00 Catherine Ribeiro + Alpes – Paix ()
22.00-23.00 Eildentroeilfuorieilbox84 – La fine del potere ()
23.00-24.00 Francesco Guccini – Via Paolo Fabbri 43 ()


Per lunedì:

SE VINCONO I FASCISTI

SE VINCIAMO NOI

SE VINCE LO SPORT

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Livore Redazione
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