BIG THIEF – DRAGON NEW WARM MOUNTAIN I BELIEVE IN YOU
Esiste una linea molto labile nella musica indie, un filo di rasoio su cui occorre tenersi in equilibrio: per le caratteristiche del genere, del pubblico e dei musicisti, se non lo si sa navigare il rischio è quello di rimanere davvero indigesti. Pertanto, quando ascolto un disco indie rock o indie folk sono sempre un po’ sull’attenti, col fegato pronto a imbracciare le armi; dopo due pezzi di Dragon New Warm Mountain I Believe in You la guerra era già vinta, e i miei organi sani e salvi.
La nuova release dei Big Thief ti cattura prima con la produzione: le sonorità di percussioni e chitarre sono splendide, con timbriche che passano agevolmente dalla Beta Band ai Gastr Del Sol e ancora da Kurt Vile ai Built to Spill. Si tratta di un lavoro molto eclettico per influenze e atmosfere, ma che non scade mai nel citazionismo; Adrienne Lenker, autrice dei pezzi, dimostra invece di saper creare agevolmente un vocabolario espressivo personale, usando il tremolio lamentoso del proprio incedere vocale per evocare affetto e familiarità anziché fastidio. Il genio sta poi in come James Krivchenia gestisce le dinamiche dei pezzi, adesso ondate di suono che cullano l’ascoltatore, adesso progressioni strumentali affaticate a sottolineare il cantato della Lenker. Andando avanti nel disco diventa palese che cantilene, litanie e pattern melodici ossessivi sono gli strumenti di cui i Big Thief hanno perfezionato l’uso, vestendoli sì di dolcezza per indorare la pillola, ma senza farti dimenticare che stai ingoiando medicina, una musica fatta anche di perdita e di dolore. Dal punto di vista emotivo, il disco progredisce in maniera calcolata: la ballad incespicante Sparrow ad esempio è una camminata su gambe stanche, e le successive bordate di distorsione in Little Things delle coperte morbide e pesanti, che rendono l’alzarsi dal letto assai faticoso. Lungo le sue venti tracce l’album alterna accogliente lessico familiare, scandito anche dalle influenze country e bluegrass di vari pezzi, a commovente lirismo, dove la stravaganza degli arrangiamenti cede il passo a riverberi eterei simili a quelli che potremmo trovare in un brano di Grouper. La capacità di ragionare su binari così diversi all’interno di uno stesso lavoro porta i Big Thief non lontani dalla realtà musicale di Stephin Merritt, che nei dischi migliori dei Magnetic Fields è come loro (e anche più di loro) stato capace di solcare panorami ampissimi senza mai distaccarsi da un’orecchiabilità sostanzialmente pop. La cosa che impedisce a Dragon New Warm Mountain I Believe in You di acquisire il peso di un capolavoro è probabilmente la mancanza di vera profondità strutturale e compositiva: le variazioni sul tema sono tante e interessanti, ma albergano tutte in timbrica e produzione, senza aperture creative capaci di coniare nuovi modi di intendere genere e tematiche. In un album così ambizioso, i più esigenti potrebbero arrivare alla fine sentendone un po’ il bisogno, ma occorre pur sempre ricordare che ci troviamo di fronte a un lavoro per sua stessa natura vicino ad una maxi-raccolta di tracce: il problema rimane, ma viene mitigato dal fatto che il disco non necessita affatto di essere sentito tutto d’un fiato. Detto questo, la qualità resta altissima, e al loro quinto lavoro i Big Thief dimostrano finalmente di aver raggiunto completa maturità espressiva.