Our beloved friend Mark Lanegan passed away this morning at his home in Killarney, Ireland. A beloved singer, songwriter, author and musician he was 57 and is survived by his wife Shelley. No other information is available at this time. We ask Please respect the family privacy
— mark lanegan (@marklanegan) February 22, 2022
Ci ha lasciati Mark Lanegan: voce e leader degli Screaming Trees negli anni novanta, rappresentante indiscusso di quel grunge che cercava un sound più ibrido e camaleontico. Reclutato dalla ciurma capitanata da Josh Homme nel suo Rancho de la Luna per svariate collaborazioni con i Queens of the Stone Age (presenza costante su Songs for the Deaf e Lullabies to Paralyze). Forte di una attività da solista creando album di spessore come Whiskey for the Holy Ghost, a metà tra il southern gothic e un Tom Waits con appena un po’ meno carbone nei polmoni. La sua presenza permea fino all’Italia, tra le comparsate al fianco degli Afterhours e le citazioni devote dagli Offlaga Disco Pax (“Ma io lo so chi è Mark Lanegan, alternativo dei miei coglioni…“). L’ultimo disco, Straight Songs of Sorrow, era un resoconto lirico di una vita vissuta ai margini e già incapsulata nell’autobiografia pubblicata poco prima. Non ci sono dettagli più precisi, ma da un’intervista rilasciata a Consequence sappiamo che il frontman ha avuto un pessimo periodo di convivenza con il COVID-19, tale da arrivare a quelle che ha definito come esperienze pre-morte. Di certo troppo presto per quella che nel bene o nel male è stata una delle voci più caratteristiche e influenti dell’ultima decade del secolo scorso.
Ci mancherà.