LE DOM – CAESURA
Tra le grandi città europee, Parigi è notoriamente una delle più multiculturali: oltre il 20% della popolazione è immigrata e circa il 40% della popolazione con meno di 18 anni ha almeno un parente immigrato da un’altra nazione. Non solo Nordafrica, ma anche Europa meridionale (soprattutto Portogallo), Centroamerica e Centrafrica delle ex colonie, Balcani e Medioriente si incontrano e si mescolano tra i quartieri nel cuore pulsante della Île-de-France. Il suono che anima le notti della gioventù parigina è quindi orgogliosamente meticcio e per definirlo è stata usata l’etichetta bérite club. Il nome origina da uno studio musicale in via Bérite a Parigi, una sorta di avanguardia della club music all’interno del sesto arrondissement, notoriamente zona posata e alto borghese; qui, fin dal 2013, l’attivissimo producer Teki Latex organizza serate a nome Overdrive Infinity, in cui due DJ vengono invitatə a realizzare set di due ore trasmessi poi in streaming. In questo modo hanno preso vita scambi, collaborazioni, confronti che negli anni si sono dimostrati un vero e proprio propellente per l’evoluzione della musica elettronica parigina, mantenendosi anche dopo la distruzione dello studio ad opera di un’esplosione per fuga di gas nel 2016; evento commemorato dalla copertina di un mixtape pubblicato da Teki Latex l’anno successivo e che si chiama proprio Bérite Club Music. Vengono riunite tutte le voci che hanno contribuito a costruire questa scena aperta alle contaminazioni, con un suono che riflette le tante anime e tradizioni che la nutrono: stili tipicamente africani come gqom e coupé-décalé; moderne forme di club music tra Portogallo e Africa e Brasile come kuduro e batida; gli sviluppi contemporanei di footwork e ghetto house dal Nord e Centro America; e ancora UK bass, hard drum, grime e trap. Questo mix eterogeneo incontra tuttora gli immigrati di seconda generazione e forma un dialogo tra identità musicali e nazionali, rimbalzando tra i dancefloor dei locali e i cellulari sparati a tutto volume tra le vie, mantenendosi pulsante e vivo.
Le Dom è una figura chiave di questo ambiente. È tra i fondatori nel 2016 della Paradoxe Club, etichetta di riferimento per la promozione di stili elettronici ibridi, e con una manciata di singoli ed EP ha contribuito a definirne il suono. Durante gli anni della pandemia ha dismesso temporaneamente i panni del producer dopo l’acclamato Schism del 2019, concentrandosi sull’attività discografica; ora torna con questo Caesura che lo rimette subito al centro della scena parigina. Quella di Le Dom è una dance music estremamente moderna, che non si limita a fare una sintesi delle influenze precedentemente elencate ma le metabolizza in maniera estremamente personale e soprattutto: rumorosa. Non è questione di bassa fedeltà audio, ma una precisa scelta stilistica quella di disseminare i brani di suoni distorti e frequenze in decadimento che si accumulano come scorie radioattive sul dancefloor. È un’attitudine tanto consapevole quanto divertita, che porta in gioco l’entusiasmo ronzante della musica 8-bit più acida e satura – pensiamo ad esempio alle interpretazioni del roster Hyperdub degli anni d’oro – ma che in alcuni momenti arriva a richiamare lo spettro sonoro di gente come Fuck Buttons e Black Dice. Niente sperimentalismi dronanti, beninteso, ma flirt continui con il rumore che esaltano l’energia danzereccia dei pezzi: il tutto è infatti innestato su una macchina ritmica che non si ferma neanche per un attimo e macina pattern ossessivi che potrebbero uscire indifferentemente da un disco marchiato Livity Sound, Gqom Oh! o Príncipe. Le Dom inoltre è abilissimo nell’uso della ripetizione a fomento, aggiunge dettagli cumulativi che raddoppiano la posta rendendo il beat più aggressivo, sdoppiandolo, accoppiandolo ad effetti sonori da sala arcade. Ogni pezzo è un piano inclinato che smette di premere sull’acceleratore solo quando inizia il successivo, in una serie di svarionamenti elettracidi affastellati sul martello pneumatico del ritmo che picchia incessante mescolando danze dal mondo. Prendete Water Coaster, partita di Pinball lisergica che esplora vari stati di degradazione ed esaltazione del sintetizzatore prima di innestarsi su una mitraglia di battiti irresistibili; o la title-track, che è probabilmente il suono che avrebbe la French house se invece del funk avesse preso a piene mani dagli sferragliamenti industriali degli agitatori elettronici ad altezza anni ’80. Insomma, Caesura è una delle esperienze di club music più divertenti e abrasive che vi possano capitare sotto mano: sguardo cosmopolita e caciara assicurata.