“Il problema è l’orizzonte” (cit.)
ritmo emerge e scolpisce nello sterno l’immagine di entità tribaleancestrale affascinante e pericolosa, era qui prima di te / ma ritmo sguscia sottacqua come fibra ottica, spina dorsale elettrica e artificiale che dal fondale comunica lingua futura / ere che erano e sono cortocircuitano un collasso che passa di cassa in cassa come messaggio / sudore e movenze cornici di danze benedette da visioni di deviazioni possibili e possenti / nullatenenti del conosciuto, ad ogni percossa si dissipa l’armatura di salda struttura che dissolve nutrendo soluzioni ora salve / nel fertile fervido terreno terremotato da autorità sgangherate che dal sottosuolo sottendono rinnovate realtà
bisogna scavare, scavare, scavare / se il problema è l’orizzonte c’è tutta una linea del visibile da immaginare / ritmo assorbe e deforma e muta forma / illumina vasta terra che non si conforma e non aspetta aspettative / è come sempre tempo di procedere senza sentiero nel solco dell’ascolto / in tasca questi due punti cardinali su bussola impazzita / davanti chissà